

Gaza-InfoPal. Israele continua a violare il cessate-il fuoco entrato in vigore venerdì 10 ottobre: decine di gazawi sono stati uccisi, in questi giorni, e diversi altri feriti. E mentre 2000 prigionieri palestinesi sono stati rilasciati dalle carceri israeliane, denunciando disumani trattamenti e torture, le forze di occupazione israeliane (IOF) sostituiscono i liberati con altri rapiti: oggi, 15 palestinesi nel quartiere di Al-Nasr, a nord-est di Rafah, sono stati “arrestati”. Erano tornati nelle loro case e le stavano ispezionando.
Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha dichiarato alla stampa: “L’occupazione israeliana ha commesso una chiara violazione del cessate il fuoco uccidendo civili a al-Shujaiyya e Rafah. Chiediamo ai mediatori di chiamare Israele a rispondere delle sue azioni e di garantire che rispetti gli obblighi previsti dall’accordo”.
Secondo quanto reso noto da Al Jazeera, i carri armati israeliani hanno aperto il fuoco sui palestinesi nella città di Bani Suhaila e nel quartiere di Sheikh Nasser, a est di Khan Yunis, nel sud della Striscia. In precedenza, l’esercito israeliano aveva affermato che le sue forze avevano sparato “per rimuovere una minaccia” dopo aver individuato quelli che aveva descritto come sospetti che cercavano di attraversare la “linea gialla” nella Striscia di Gaza.

Segnalati violenti scontri a est di Jabaliya.
Sono stati segnalati violenti scontri a est di Jabaliya tra la sicurezza del ministero dell’Interno e individui legati all’occupazione israeliana.
Israele riapre il valico di Rafah per 600 camion.
Dopo la restituzione dei resti dei prigionieri israeliani, Israele ha annunciato oggi di aver deciso di riaprire il valico di Rafah, tra la Striscia di Gaza assediata e l’Egitto, per consentire l’ingresso di un’ingente quantità di aiuti umanitari nella Striscia colpita dalla carestia.
Il rischio di carestia persiste.
L’Euro-Med Human Rights Monitor ha avvertito che il pericolo di carestia non ha abbandonato la Striscia di Gaza a causa della continua riduzione degli aiuti, che riflette “l’insistenza di Israele nell’usare la fame come strumento di genocidio”.
Ha aggiunto che gli attuali aiuti limitati rappresentano solo una minima parte dei bisogni effettivi e ha espresso preoccupazione per le minacce israeliane di ridurre gli aiuti e di tenere chiusa Rafah per la questione dei resti dei detenuti.
(Fonti: Quds Press, Quds News, PressTv, PIC, Wafa, The Cradle, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori).
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