Olocausto gazawi, giorno 741, 6° dal cessate-il fuoco: le violazioni israeliane continuano. Israele minaccia di riprendere il genocidio ed elude gli obblighi previsti dall’accordo di cessate il fuoco rifiutando di aprire il valico di Rafah

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Gaza-InfoPal. L’entità coloniale canaglia israeliana non rispetta patti, accordi, impegni o qualsiasi altra cosa abbia firmato davanti al mondo intero. Semplicemente, se ne frega, avendo le istituzioni politiche, economiche e mediatiche dalla sua parte, in quanto controllate dalla cosiddetta Israeli Lobby, un’organizzazione transnazionale e globale.

Israele ha minacciato di riprendere il genocidio a Gaza e di far fallire l’accordo di cessate il fuoco, sostenendo che Hamas sta procedendo troppo lentamente nella consegna dei corpi dei prigionieri deceduti. L’organizzazione palestinese, la Croce Rossa e il presidente degli Stati Uniti Trump hanno riconosciuto che il recupero dei resti è difficile a causa della diffusa distruzione a Gaza. Ma ogni scusa, per Israele, è buona per riprendere la sua ontologica passione per la morte – quella inflitta agli altri.

Israele elude gli obblighi previsti dall’accordo di cessate il fuoco rifiutando di aprire il valico di Rafah.

L’esercito di occupazione israeliano continua a sottrarsi alle proprie responsabilità ai sensi dell’accordo di cessate il fuoco, subordinando la riapertura del valico di Rafah e il flusso di aiuti umanitari alla restituzione dei resti dei propri soldati detenuti nella Striscia di Gaza.

I media ebraici hanno citato una fonte ufficiale secondo cui il governo israeliano ha deciso di non procedere con la seconda fase dell’accordo finché “tutti i corpi dei prigionieri non saranno consegnati”.

Il funzionario israeliano ha aggiunto che il valico di Rafah rimarrà chiuso finché “Hamas non intensificherà i suoi sforzi per recuperare i corpi”.

Tuttavia, le Brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno dichiarato di aver consegnato tutti i corpi in loro possesso e che sono riusciti a trovare, ribadendo la necessità di mezzi pesanti per sollevare le macerie e recuperare quelli rimanenti.

Aiuti umanitari in quantità ridotta.

La giornalista Hind Khoudary riferisce che la quantità di aiuti che entra a Gaza rimane minima e ben lungi dall’essere sufficiente a soddisfare gli immensi bisogni umanitari della popolazione.

Fa notare che gran parte di ciò che entra nella Striscia è costituito da camion commerciali che trasportano merci in vendita, piuttosto che da forniture di soccorso essenziali.

Situazione sanitaria devastante e senza miglioramenti.

Il Direttore generale del ministero della Salute di Gaza ha dichiarato: “Stiamo affrontando una carenza di risorse e forniture senza precedenti. I valichi di frontiera devono essere aperti e l’occupazione israeliana deve rispettare i termini concordati del cessate il fuoco. I camion degli aiuti umanitari devono poter entrare per gestire gli ospedali e salvare la vita dei feriti e dei malati. I servizi sanitari nella Striscia hanno subito un collasso totale durante due anni di guerra. Molti casi di malnutrizione persistono e richiedono monitoraggio e trattamento”.

Il Direttore del Complesso Medico Al-Shifa della città di Gaza ha affermato: “Non si è verificato alcun cambiamento sostanziale nella disastrosa situazione sanitaria a Gaza dopo il cessate il fuoco. I detenuti palestinesi liberati necessitano di cure mediche e sanitarie speciali a causa delle torture subite. Non si sono registrati progressi in termini di servizi sanitari e disponibilità di medicinali a Gaza dopo il cessate il fuoco”.

L’Egitto ha confermato oggi che il valico di Rafah, l’unica porta di Gaza verso il mondo, è pienamente operativo dal lato egiziano, ma Israele ne ha ritardato la riapertura dal lato di Gaza.

Diaa Rashwan, capo del Servizio di Informazione di Stato egiziano, ha dichiarato ad Al Arabiya Al Hadath che Israele sta cercando di ostacolare la fase iniziale di attuazione dell’accordo di cessate il fuoco.

Ha aggiunto che l’Egitto ha completato tutti i preparativi per garantire il regolare passaggio degli aiuti umanitari e l’evacuazione dei casi medici critici.

(Fonti: Quds Press, Quds News, PressTv, PIC, Wafa, The Cradle, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori).

Per i precedenti aggiornamenti:

https://infopal.com.br/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza

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